MedFocus.it

Correlazioni in Medicina



Disturbo ossessivo-compulsivo grave: la stimolazione del nucleo subtalamico è associata a gravi eventi avversi


Il disturbo ossessivo-compulsivo refrattario e grave è una condizione invalidante. La stimolazione del nucleo subtalamico, una procedura già accettata per il trattamento dei disturbi di movimento, è stata proposta come opzione terapeutica.

Uno studio clinico di 10 mesi, multicentrico, in doppio cieco ha valutato l’efficacia e la sicurezza della stimolazione del nucleo subtalamico in 16 pazienti con disturbo ossessivo-compulsivo altamente refrattario.
Otto pazienti sono stati assegnati in maniera casuale a ricevere una stimolazione attiva del nucleo subtalamico seguita da una finta stimolazione e 8 sono stati sottoposti a finta stimolazione seguita da stimolazione attiva.

L’endpoint primario era rappresentato dalla gravità del disturbo ossessivo-compulsivo valutato secondo la scala Y-BOCS ( Yale-Brown Obsessive Compulsive Scale ) alla fine di due periodi della durata di 3 mesi.

Dopo stimolazione attiva del nucleo subtalamico, il punteggio Y-BOCS ( su una scala da 0 a 40 dove i punteggi più bassi indicano sintomi meno gravi ) è risultato significativamente più basso rispetto al punteggio dopo finta stimolazione (media: 19 vs. 28; P = 0,01 ), e il punteggio GAF ( Global Assessment of Functioning; su una scala da 1 a 90 con i punteggi più alti che indicano livelli più alti di funzionamento ) è risultato significativamente più alto ( 56 vs. 43; P = 0,005 ).

Le misurazioni neuropsicologiche, la depressione e l’ansia non sono state modificate dalla stimolazione.

Si sono verificati in totale 15 eventi avversi, incluso 1 caso di emorragia cerebrale e 2 infezioni; si sono verificati anche 23 eventi avversi non-gravi.

Questi dati preliminari suggeriscono che la stimolazione del nucleo subtalamico potrebbe ridurre i sintomi delle forme gravi di disturbo ossessivo-compulsivo, ma è associata a rischio di gravi eventi avversi. ( Xagena2008 )

Mallet L et al, N Engl J Med 2008; 359: 2121-2134


Psyche2008


Altri articoli